Noi diciamo no alle
stupidaggini interessate di chi vuole usare per uscire dalla crisi le stesse
ricette per le quali ci siamo entrati!
Il Servizio Sanitario
Nazionale non si tocca!
Monti: allarme sostenibilità Ssn, servono nuovi modi di finanziamento
Individuare «nuove modalità
di finanziamento e di organizzazione
dei servizi e delle prestazioni». Sembra questa la condizione per la
sostenibilità del Sistema sanitario nazionale, che «le proiezioni di crescita
economica e quelle di invecchiamento della popolazione
mostrano che potrebbe non essere garantita». Almeno
secondo il presidente del Consiglio Mario
Monti (foto), intervenuto a Palermo in videoconferenza. Il
messaggio è stato poi veicolato e reinterpretato anche
da una nota, dato il subbuglio che aveva inizialmente suscitato tra i
media. «La crisi» sono le parole pronunciate in videoconferenza «ha colpito tutti&ra quo; e «il campo medico non è una eccezione. Le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la
sostenibilità futura dei sistemi sanitari - incluso il nostro servizio
sanitario nazionale, di cui andiamo fieri - potrebbe non essere garantita se
non si individueranno nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni. La
posta in palio è chiaramente altissima e anche l'innovazione
medico-scientifica, soprattutto nella fase di industrializzazione,
deve partecipare attivamente alla sfida considerando il parametro della
costo-efficacia un parametro di valutazione non più residuale, bensì di
importanza critica». Parole queste che, secondo la nota, hanno voluto
"attirare l'attenzione sulle sfide cui devono far fronte i sistemi
sanitari per contrastare l'impatto della crisi". Le soluzioni ci sono, si
legge ancora, "e vanno ricercate attraverso una diversa organizzazione più efficiente, più inclusiva e più
partecipata dagli operatori del settore". "Per il futuro è però
necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento
e organizzazione dei servizi e delle
prestazioni sanitarie". Non sarebbe quindi stato "messo in
questione il finanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale, bensì,
riferendosi alla sostenibilità futura, il premier ha posto l'interrogativo
sull'opportunità di affiancare al finanziamento a carico della fiscalità
generale forme di finanziamento integrativo".
Doctornews 28 novembre 2012
Monti, Ssn sostenibile non vuol dire privatizzare
«Affermare la necessità di rendere il servizio
sanitario pienamente sostenibile non ha proprio nulla a che vedere con la
logica della privatizzazione» risponde così Mario Monti a chi lo accusa di voler "svendere" il
Servizio sanitario nazionale. L'occasione per tornare sulle polemiche aperte
dal suo intervento di martedì, è offerta al premier dalla cerimonia per il
cinquantenario dei Nas a Roma nel corso della quale ha ribadito
come «il diritto alla salute e l'organizzazione
pubblica dei servizi sanitari sono «requisiti irrinunciabili di convivenza
civile» ma anche «garanzia effettiva dell'uguaglianza dei cittadini». Monti h a anche sottolineato come «l'eccellenza» stia «anche nel
pubblico e non sempre il privato è immune dalle logiche improprie del
condizionamento di scelte non sorrette da assoluta trasparenza e competenza. La
scelta dei migliori e dei più capaci» ha aggiunto «specie tra i medici non può
essere offuscata da logiche di appartenenza vicinanza o amicizia». E proprio
per definire un'agenda che garantisca la sostenibilità dei servizi essenziali
per i cittadini il premier ha ricevuto una richiesta
di incontro da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
«Il mancato accoglimento» si legge nel documento dei governatori «non potrà che
comportare la responsabilità diretta dello stato centrale per garantire l'erogazione
di servizi essenziali». Al centro delle questioni inerenti alla legge di
stabilità, sollevate dalla Conferenza c'è il tema
della sanità: le Regioni sostengono la necessità di ritornare a un livello di
finanziamento per il 2013 del Fondo sanitario nazionale pari almeno a quello
dell'anno precedente: considerano, infatti, inaccettabile una ulteriore diminuzione
del valore assoluto di circa 1 miliardo di euro. Taglio che metterebbe a
rischio il Patto per la salute 2013-2015. Le regioni hanno anche presentato una
serie di emendamenti che non hanno costi aggiuntivi come, per esempio, quelli
in tema di ammortamento che consentono la ripresa di investimenti
in sanità e quelli tesi a garantire una più equilibrata gestione dei piani di
rientro, anche ai fini di migliorare la gestione dei flussi di cassa.
Marco Malagutti
Doctornews 30 novembre 2012