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PIANO SANITARIO 2011-2013, PAROLA D’ORDINE
DEOSPEDALIZZAZIONE
Sì, la riorganizzazione del Servizio sanitario passa dalla
riconversione dei piccoli ospedali in strutture d'accoglienza
"leggere", per garantire la continuità assistenziale tra primo e
secondo livello. E transita anche da un'evoluzione in senso complesso delle
Cure primarie, in cui dovranno attecchire le aggregazioni funzionali previste
dalla Convenzione 2009 e, un gradino più in basso, la medicina di gruppo, attraverso
lo strumento degli accordi aziendali. Si ritrovano parole d'ordine già note
nella bozza di Piano sanitario 2011-2013 che il ministro della Salute,
Ferruccio Fazio, ha consegnato nei giorni scorsi alla valutazione delle
Regioni. Poco più di cento pagine dattiloscritte, nelle quali sono disegnate le
linee strategiche della ristrutturazione che da qui a quattro anni attende la
Sanità federalista. Le parole d'ordine non sono nuove - deospedalizzazione, territorializzazione, prevenzione, cronicità - di nuovo c'è
forse il fatto che il Piano si presenta rivendicando il ruolo di garante
dell'applicazione uniforme dei Lea su tutto il
territorio nazionale. La chiave di volta è nel concetto di sostenibilità, che
il documento del ministero affida a una "governante" giocata su tre
scacchiere - livello nazionale, regionale e aziendale - con l'obiettivo di
assicurare una proporzionalità tra prestazioni e finanziamenti e soprattutto
recuperare efficienza.
Doctornews 17 novembre 2010