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O PAGHI O ASPETTI

 

    È di questi giorni la notizia che 2 cittadini su 3 interpellati per un sondaggio effettuato sulla libera professione intramoenia l’ha bocciata, sostenendo, a ragione, che appare inappropriato “andare nello stesso luogo e dallo stesso personale degli ospedali pubblici e, magari nello stesso giorno, ottenere la prestazione a pagamento a pagamento mentre al mattino c’era la prospettiva di una lunga lista d’attesa”.

   Credo che” inappropriato” sia un eufemismo dei sondaggisti per non pronunciare la parola più adeguata e cioè “scandaloso”. 

   La cosiddetta “libera professione intramoenia” per i medici pubblici è stata introdotta nel 1999 insieme con “l’esclusività di rapporto”. Per quest’ultima i laureati medici e non,, solo per dire “sono esclusivista”, prendono ogni mese una media di 1.000 euro al mese in più in busta paga e hanno titolo per pretendere (non chiedere) che l’azienda sanitaria metta a disposizione spazi (pubblici) per operare in libera professione (privata). In attesa che le aziende sanitarie riescano  a fornirli, è stata attivata la “libera professione intramoenia allargata” vale a dire la possibilità di esercitare a pagamento anche nel proprio “studio privato” e/o nella “casa di cura privata” (possibilità che i governi di destra e di sinistra hanno prorogato di anno in anno fino ad oggi, anzi fino al 2012) .

   Una pacchia del genere non si era mai vista prima, tenendo conto che il 93 per cento del personale medico e non opta tutti gli anni per “l’esclusività di rapporto” e considerando poi che, dovendo organizzare il tutto, a questa pacchia sono associati anche settori parasanitari e amministrativi pubblici.

  Ma sarebbe sbagliato prendersela con loro che non fanno altro che sfruttare le possibilità offerte da una legislazione inaccettabile. È la politica che ha dettato queste regole ed è la politica che deve eliminarle, per restituire etica e dignità al Servizio Sanitario Nazionale.

Altrimenti continueranno indisturbati il “paga o aspetti” e l’umiliazione del cittadino.

 

Roberto Buttura