DIROTTARE I PAZIENTI VIOLA IL DECORO
PROFESSIONALE
Alt al “doppio gioco” – in corsia e nel proprio studio –
del medico ospedaliero. Ad un cardiologo dell’ospedale di Alessandria l’aver
favorito “la propria attività libero-professionale”, conseguendo “ingiusto
profitto non dovuto” e danneggiando “il decorio, la
dignità e l’etica professionale” è costato caro: due mesi di sospensione
dall’esercizio della professione e duemila euro di spese processuali da pagare
al ministero della Salute.
La condanna del dirigente è stata
resa definitiva dalla terza sezione civile della Corte di cassazione, con la sentenza n. 13004, depositata in
cancelleria la scorsa settimana.
Due gli episodi che hanno fatto scattare il procedimento
disciplinare da parte della Commissione medica del nosocomio: il primo risale
al 1998, quando lo specialista aveva richiesto il pagamento non dovuto di un
esame effettuato presso l’ospedale, senza il rilascio di una ricevuta fiscale.
Il secondo si era invece
verificato nel 2001: con la scusa di non avere tempo per la lettura del referto
durante il servizio in corsia, il medico aveva “dirottato” presso il suo studio
(pretendendo il pagamento della visita) una paziente che era stata
precedentemente sottoposta a un esame.
Invano il medico si è opposto alla sanzione disciplinare
davanti alla Suprema Corte, sostenendo che entrambi
gli episodi contestati “si erano verificati non nell’ambito della libera
professione ma in un contesto tutt’affatto diverso
dalla qualità di dipendente ospedaliero”.
La Cassazione ha respinto il ricorso del cardiologo,
ricordando che sono da ricomprendere tra gli
“illeciti disciplinari anche comportamenti tenuti dagli iscritti nello
svolgimento di attività diverse dalla stretto esercizio
della professione medica, quante volte il comportamento sia suscettibile di
essere considerato di pregiudizio per il decoro della professione”.
Perché il “decoro della professione medica”, ricorda
M. Per.
Il sole24 ore Sanità del 13 giugno 2006