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Centro per i
diritti del malato e per il diritto alla salute |
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Servono informazioni sulla
pratica d’invalidità civile per sé o per un familiare? Ci sono domande sulla
documentazione da consegnare o sulla tempistica per le visite, magari dopo che
sono trascorsi mesi dalla richiesta? All’Ufficio invalidi civili dell’Ulss 22 di Bussolengo risponde la segreteria telefonica.
Una gentile voce femminile comunica gli orari di apertura dello sportello al
centro polifunzionale di Valeggio sul Mincio - dove
il servizio di medicina legale è stato trasferito nella primavera del 2007 -
rende noto che per problemi organizzativi, e di privacy, non possono essere
date informazioni tramite telefono o posta elettronica, puntualizza che per le
pratiche di riconoscimento di invalidità e disabilità ci si può rivolgere anche
ai distretti sanitari, alle associazioni di categoria e ai patronati. Poi
comunica un ulteriore numero di telefono: si può chiamare, ma - precisa - per
motivi diversi dall’invalidità.
In poche parole, in nome della riservatezza, al telefono non si combina nulla e
bisogna recarsi a Valeggio di persona. Una bella
scomodità per chi abita a Sant’Anna d’Alfaedo, a Caprino o a Malcesine,
centri che fanno parte dell’ampio bacino dell’Ulss
22: a detta dell’azienda sanitaria la dislocazione è stata riconosciuta centrale
dal punto di vista territoriale, ma guardando una semplice cartina geografica
affiora più di qualche perplessità.
Intanto la scoperta della segreteria ha mandato su tutte le furie
Righetti subito non ci voleva credere: «Avevo bisogno di sapere quando
avrebbero chiamato mia figlia per la visita e ho scoperto che al telefono non
riuscivo a parlare con nessuno», spiega. «Come è
possibile chiedere a una persona di recarsi fino a Valeggio
a scatola chiusa, senza poter ottenere prima alcuna informazione? Non si
pretende di poter sbrigare la pratica via cavo, ma almeno di poter parlare con
qualcuno».
Così ha fatto una girandola di chiamate: direzione dell’Ulss
22, carabinieri, ospedale di Villafranca. E al centralino di quest’ultimo si è
sentito rispondere che «arrivano molte lamentele da parte di persone che
chiamano segnalando il problema, ma purtroppo non sappiamo davvero come
aiutarla». La stessa risposta che è stata fornita a noi, unitamente al numero
di telefono dell’Ufficio relazioni con il pubblico.
«Perché allora nessuno fa niente?», si chiede Righetti, che alla fine si è
preso mezza giornata di ferie e si è recato all’ufficio di Valeggio,
chiedendo di persona ciò che gli serviva sapere. Ma ha scoperto un altro
particolare: «All’Ufficio invalidi non c’è il bagno
per disabili», annuncia sempre più arrabbiato. «Come farà mia figlia quando
dovrà venir qui?».
Righetti ha chiamato in causa anche il Centro per i diritti del malato,
presieduto da Roberto Buttura. «Sapevamo che l’Ufficio
invalidi era stato spostato da Bussolengo a Valeggio,
ma la segnalazione dell’utilizzo della segreteria su quella linea ci ha
lasciato di stucco», afferma Buttura. Che poi prosegue: «Questo
sbarramento in nome della privacy crea inevitabilmente problemi e innesca un
meccanismo micidiale, trasformando quello che dovrebbe essere un servizio in
qualcosa di perverso. Se poi ci aggiungiamo l’assenza di un bagno per disabili,
è il colmo».
Secondo Buttura, non è accettabile che «le persone,
per lo più disabili, invalidi o loro familiari, che hanno problemi seri e
farebbero volentieri a meno di chiamare, siano trattate in questo modo. Dagli
uffici pubblici dovrebbero ricevere un servizio ben diverso, puntuale e
efficiente. E se così non è, invito tutti a farsi sentire e a non demordere,
perché chi di dovere si assuma le responsabilità di simili scelte».
L’Arena giovedì 11 dicembre 2008